ARTURO LORENZONI

ARTURO LORENZONI

Arturo Lorenzoni, perché dice di essere preoccupato?

Perché se il centrosinistra non inizia a muoversi, sarà sempre più difficile scalare questa montagna. Lo dico perché so com’è andata nel 2020. Il centrosinistra dovrebbe far capire che c’è una squadra che ha una visione alternativa per guidare il Veneto. Ma per arrivare ai veneti ci vuole tempo. Tempo che il centrosinistra sta perdendo.

Quindi secondo lei bisogna stringere i tempi?

Bisogna che ci diamo una mossa, va individuata la persona che sarà candidata presidente della Regione al più presto. Non so se con le primarie o senza, ma bisogna muoversi.

STAMPA: 20/03/2025

DEMOCRATICI

DEMOCRATICI VENETI

2010 - Giuseppe Bortolussi 29,08%.

2015 - Alessandra Moretti 22,74%.

2020 - Arturo Lorenzoni 15,72%.

REGIONE VENETO


Arturo Lorenzoni nel 2020 è stato lo sfidante di Luca Zaia e, tra tutti i candidati del centrosinistra da trent’anni a questa parte, è quello che ha preso meno voti: 1995 Ettore Bentsik 32,35%; 2000 Massimo Cacciari 38,22%; 2005 Massimo Carraro 42,35%; 2010 Giuseppe Bortolussi 29,08%; 2015 Alessandra Moretti 22,74%; 2020 Arturo Lorenzoni 15,72%.

GIANCARLO GALAN

REGIONE VENETO

Galan, l'ex Doge senza impero, chiede un vitalizio: "Vivo come un indigente"

«Sono un pensionato senza pensione», ironizza Giancarlo Galan, che ha governato il Veneto dal 1995 al 2010, fino allo scandalo Mose, uno dei più gravi nella storia recente della regione. Dopo 78 giorni di carcere e un accordo che ha portato a una condanna di due anni e mezzo di arresti domiciliari e una multa di 2,6 milioni di euro, si è trovato in una situazione disperata. Attualmente vive isolato sui Colli Berici, senza un conto corrente, senza pensione e senza mezzi. Risiede in una casa fornita dal fratello Alessandro, medico, che lo ha sempre supportato.

Ora Galan si rivolge al Consiglio regionale del Veneto per richiedere il recupero dei suoi assegni pensionistici, che nel corso degli anni sono stati versati al Fondo unico di garanzia di Equitalia, accumulando oltre 150 mila euro. «Questi soldi mi spettano – afferma – avendo lavorato per anni e versato i contributi». Galan chiede non solo gli arretrati, ma anche gli accrediti futuri, che dovrebbero ammontare a circa 1.300 euro netti al mese.

Il suo avvocato, Maurizio Paniz, ha già presentato un ricorso per ottenere quanto richiesto. Roberto Ciambetti, presidente dell'Aula veneta, ha confermato che si sta aspettando la notifica del ricorso e che nel frattempo continueranno i versamenti al fondo di garanzia.

Una situazione simile è quella di Renato Chisso, ex assessore alle Infrastrutture, che ha anch'egli fatto ricorso dopo aver patteggiato per corruzione e ha ottenuto la restituzione di 300 mila euro. Negli ultimi dieci anni, l'intero ammontare della pensione mensile di Galan è stato accreditato al fondo di garanzia, in base a una legge sui vitalizi ora modificata, che stabilisce un limite massimo di pignorabilità.

Oltre agli arretrati, Galan chiede che il Consiglio regionale accrediti i quattro quinti della sua pensione, limitando il pignoramento al restante quinto, come previsto dalla normativa. Tuttavia, c'è chi critica questa richiesta. «Galan è stato accusato di reati contro la pubblica amministrazione – commenta Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle – dargli un premio mi sembra eccessivo». Ma Galan risponde: «Di qualcosa dovrò pur vivere».

Nella sua attuale vita da eremita sui Colli Berici, Galan svolge lavori nel bosco, si occupa delle piante e legge. Recentemente, ha anche subito un incidente con una motosega, che ha comportato un'invalidità temporanea. Nonostante ciò, ha partecipato a eventi sociali, come una cena con amici di Forza Italia, ma ha dichiarato di aver chiuso con la politica, esprimendo il suo disgusto per quanto accaduto nel suo passato politico.

La sua vita, ora, è quella di un pensionato privo di pensione, dedicata alla natura e alla riabilitazione fisica, un "Doge senza impero".

GIANCARLO GALAN

REGIONE VENETO

Galan: “Costretto a patteggiare sul Mose e a mentire sul caso Ruby”

Giancarlo Galan, ex presidente della Regione Veneto, ha rilasciato un'intervista a Report in cui racconta la sua esperienza legata all'inchiesta sul Mose e il caso Ruby. Galan ha dichiarato di essere stato costretto a patteggiare a causa delle pressioni dell'avvocato Ghedini, e ha sottolineato che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non lo ha mai interrogato, temendo che potesse fare altri nomi.

Il caso Mose Accusato di aver ricevuto tangenti dal Consorzio Venezia Nuova, che gestiva il progetto del Mose, nel 2014 Galan ha patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi dopo aver trascorso 78 giorni in carcere. Nordio, che all'epoca era il procuratore aggiunto coordinando l'inchiesta, è stato descritto da Galan come non garantista. Oggi, l'ex governatore vive in una tenuta di famiglia e ha dichiarato che senza il supporto del fratello sarebbe in gravi difficoltà.

Mai interrogato Galan ha rivelato di aver vissuto un periodo estremamente difficile, affermando: "Sono stato a un passo dal farla finita". Ha descritto l'ingiustizia subita come devastante, poiché non ha mai avuto l'opportunità di difendersi di fronte a un magistrato. Quando gli è stato chiesto se avesse mai parlato con Nordio, ha risposto di no, spiegando che la decisione di patteggiare è stata dettata dalla necessità di proteggere la sua famiglia. "Aver patteggiato è stato l'unico modo per evitare di restare in carcere per altri sei mesi", ha aggiunto.

I nomi non rivelati Riguardo a Nordio, Galan ha commentato: "Nel suo ruolo, ha usato il carcere come uno strumento di tortura per ottenere il patteggiamento". Ha anche affermato che, se interrogato, avrebbe potuto fare nomi importanti, rivelando che Ghedini lo aveva spinto a patteggiare.

Ho mentito per Berlusconi In merito al caso Ruby, Galan ha confessato di aver fornito una falsa testimonianza per proteggere Silvio Berlusconi, definendosi un "capro espiatorio" per evitare di coinvolgere altri vertici politici. Ha raccontato di aver dichiarato falsamente che Berlusconi avesse parlato di Ruby con Mubarak, aggiungendo che il motivo della sua menzogna era la gratitudine verso Berlusconi, che lo aveva sempre sostenuto. Infine, Galan ha criticato il trattamento che Berlusconi riservò a lui rispetto ad altre persone, sottolineando come quest'ultimo avesse trattato meglio le sue giovani accompagnatrici.

LISTE

REGIONE VENETO

in base alla legge 5/2012 "Norme per l'elezione del presidente della giunta e del consiglio regionale", questo status consente di potersi presentare alle elezioni senza dover raccogliere le firme. Cosa che hanno fatto anche gli altri consiglieri del Gruppo misto (con l'eccezione di Stefano Valdegamberi): il 9 agosto 2024 Fabrizio Boron ha depositato il simbolo "Comuni del Veneto per l'Autonomia", il 12 agosto 2024 Fabiano Barbisan ha depositato "Terra Veneta". La differenza è che Boron e Barbisan potrebbero teoricamente esonerare dalla raccolta delle firme anche una seconda lista "collegata", mentre Lorenzoni non potrà farlo perché il requisito è che il gruppo o la componente politica sia presente in consiglio regionale da almeno 365 giorni prima delle votazioni. Dunque, se come pare si voterà a novembre, Lorenzoni potrà esonerare dalle firme solo il suo "Il Veneto Vale".

REGIONE VENETO

VALE

REGIONE VENETO

27 Febbraio 2025

Arturo Lorenzoni, ex sfidante di Luca Zaia, si prepara a una nuova candidatura con la lista "Il Veneto Vale". Attualmente portavoce dell'opposizione, Lorenzoni potrebbe diventare il primo ex candidato governatore del centrosinistra a tentare un ritorno a Palazzo Ferro Fini, anche come consigliere semplice. A differenza di altri come Massimo Cacciari e Alessandra Moretti, che non hanno mai fatto questa scelta, Lorenzoni appare pronto a non ritirarsi dalla scena politica.

Recentemente, ha presentato "Il Veneto Vale", un movimento civico nato nel marzo 2024 e ora ufficialmente riconosciuto come gruppo consiliare, parte del Gruppo misto di cui è membro. Questo passaggio da associazione a componente politica è significativo: secondo la legge 5/2012, consente di presentarsi alle elezioni senza necessità di raccogliere firme. Altri consiglieri del Gruppo misto, come Fabrizio Boron e Fabiano Barbisan, hanno già registrato i loro simboli, ma Lorenzoni potrà esentare dalla raccolta firme solo la propria lista, in quanto il suo gruppo è presente in consiglio da meno di un anno.

Durante la presentazione di "Il Veneto Vale", tenutasi a Palazzo Ferro Fini, erano presenti diversi sindaci e rappresentanti locali, sottolineando l'importanza del movimento, che si propone di trasformare i metodi di governance attraverso l'esperienza di amministratori che conoscono bene il funzionamento delle istituzioni. Il movimento trae ispirazione dall’associazione Vela (Veneto laboratorio civico) e si fonda su principi di apertura al dialogo, in linea con l'agenda Onu 2030 e i valori europei.

Lorenzoni ha chiarito che si ricandiderà con "Il Veneto Vale" anziché con la lista Veneto che Vogliamo, che aveva sostenuto l'elezione di Elena Ostanel nel 2020. Sebbene rimanga nel centrosinistra, ha sottolineato l'importanza di mantenere aperto il dialogo con forze politiche che non si allineeranno con la destra, lasciando spazio a eventuali alleanze future.

REGIONE VENETO

VALE

Arturo Lorenzoni presenta Vale, la lista civica che parteciperà alle elezioni regionali

27 febbraio 2025

«Siamo la voce del mondo civico e degli amministratori comunali, impegnati quotidianamente con scelte concrete per rispondere alle esigenze dei cittadini, sempre orientati al bene comune e a una visione a lungo termine».

L'Associazione Vale si prepara a dare il proprio apporto in occasione delle prossime elezioni regionali. Fondato nel marzo 2024, questo movimento civico ha come obiettivo principale quello di «favorire il cambiamento, mobilitare persone e idee per migliorare la società, e trovare soluzioni pratiche in ambito economico, ambientale e sociale».

La presentazione della nuova componente Veneto Vale si è svolta a Palazzo Ferro Fini, riunendo i gruppi civici che hanno già ottenuto risultati significativi nelle recenti elezioni comunali del 2024 in località come Silea, Paese, Monastier, San Bellino, Pettorazza Grimani e Bergantino. «Vale trae origine dall'esperienza positiva dell’associazione Vela, Veneto Laboratorio Civico, uno spazio di confronto attivo da sette anni tra amministratori locali, accademici e operatori», ha sottolineato il presidente Rossella Cendron, anche sindaco di Silea. «Le nostre radici sono piantate in una logica di apertura e dialogo, saldamente ancorata a tre principi fondamentali: l'Agenda ONU 2030, l'europeismo attivo e la Costituzione».

«Ci teniamo a mantenere aperto il dialogo con tutte le forze democratiche», ha aggiunto Cendron. «Il nostro obiettivo è costruire proposte concrete, piuttosto che adottare posizioni ideologiche predefinite». Ci si propone di partire dai reali bisogni dei cittadini veneti. «La nostra salute VALE» rappresenta il primo punto chiave del Manifesto: «Ci impegniamo a difendere e potenziare la sanità pubblica di prossimità, che risponda ai bisogni di tutte le cittadine e i cittadini, creando un welfare territoriale che inizi con interventi a livello locale, come infermieri di comunità e servizi di trasporto per i residenti fragili verso gli ospedali pubblici».

Durante la conferenza stampa a Palazzo Ferro Fini sono stati illustrati gli obiettivi della lista civica: «Chiediamo una discontinuità nella gestione dei servizi: una mobilità pubblica sostenibile, una gestione del ciclo dei rifiuti in linea con l'economia circolare, politiche per la produzione locale di energia rinnovabile, la riqualificazione delle periferie e delle aree industriali dismesse, e un'industria attenta all'innovazione e al lavoro di qualità. Vale vuole rendere la vita in Veneto sempre più piacevole, soprattutto per i giovani e le persone vulnerabili».

Lorenzoni ha dichiarato: «Crediamo fermamente che la transizione ecologica rappresenti un'opportunità per generare valore per cittadini, imprese e lavoratori. Intendiamo dare priorità a misure che favoriscano la parità di genere, promuovendo una maggiore partecipazione femminile nei processi economici, politici e sociali, e lavoreremo per il riconoscimento del valore del lavoro e per un incremento dei salari, tenendo conto delle competenze regionali».

Infine, il vicepresidente di Vale, Aldo D’Achille, sindaco di San Bellino, e il consigliere regionale Arturo Lorenzoni hanno dichiarato: «Siamo rappresentanti del mondo civico e degli amministratori comunali, impegnati ogni giorno in modo creativo a rispondere con scelte concrete alle necessità dei cittadini, orientati alla gestione dell’amministrazione nel segno del bene comune e con una visione a lungo termine. Viviamo un periodo storico in cui la politica sembra distante dalle esigenze delle persone; invitiamo cittadini, famiglie, associazioni e comitati a riporre fiducia in chi stimano a livello locale. Solo unendo le forze potremo generare valore e trasformare le nostre comunità in luoghi più giusti e accoglienti».

REGIONE VENETO

CAMPO LARGO

REGIONE VENETO

Andrea Martella (Pd) segretario dei Democratici in Veneto:

Come procede il CAMPO LARGO in Veneto?

Procede bene. Ci siamo incontrati a luglio come Pd, Avs, M5s, VcV, Psi, +Europa e Volt. Ci ritroveremo a settembre per costruire un progetto di alternativa comune anche ai mondi civici. Peraltro sono in atto interlocuzioni anche con Azione e Iv

30 Agosto 2024